domenica 13 gennaio 2013

Uomini che invidiano le donne: come stanno cambiando i sentimenti maschili (1)


Come da più parti affermato, e come visibile nella vita di tutti i giorni, pare che l’identità maschile stia vivendo una fase di cambiamento che assume a volte i tratti di una vera e propria crisi maschile.
Ora, questa crisi a volte viene descritta in maniera quasi fumettistica (l’uomo "mammo", quello narciso, quello insicuro, etc. etc. ), mentre in realtà non va per nulla presa “sotto gamba”; tra le sue conseguenze abbiamo anche le forme di aggressività incontrollata, che può sfociare, nelle situazioni più gravi, nell’atto suicida oppure omicida che a volte segue alle separazioni delle coppie, delitti passionali che arrivano sempre più spesso agli onori della cronaca; altrimenti, più spesso, si manifestano in forme depressive o ansiose, o nell’impotenza maschile, anch’essa, pare, in aumento.
Senza voler indagare quali sono le cause sociologiche e storiche che hanno portato agli attuali cambiamenti nei ruoli tanto maschili quanto femminili (per esempio la rivoluzione sessuale del ’68) può essere interessante valutare come questi cambiamenti si siano pian piano manifestati su un piano individuale, quello dei sentimenti.
Ma allora come stanno cambiando i sentimenti maschili? Questo cambiamento porta solo elementi negativi o può anche risvegliare delle potenzialità creative?
Un sentimento che fino ad oggi era rimasto praticamente inaccessibile alla coscienza maschile è l’invidia per le donne. Infatti mentre l’invidia della donna verso l’uomo è sempre stata tenuta in considerazione e anche studiata dalla psicanalisi questo non è avvenuto per l’invidia dell’uomo.
Una delle prime forme di invidia maschile presa in considerazione dalla psicanalisi è stata quella relativa al ruolo materno, alla capacità di procreare; ma nel passato poteva essere compensata dalla creatività dell’uomo nel proprio lavoro o nell’ambiente culturale, creatività che la donna non poteva esprimere perché tenuta lontana dai livelli decisionali del lavoro come dall’ambiente culturale.
Oggi questo equilibrio si è ribaltato a favore della donna che oltre ad essere pro-creatrice è creativa anche nel lavoro e può occupare delle posizioni decisionali, oppure può avere uno spazio considerevole nell’ambiente culturale; quindi una donna che oggi appare capace di realizzarsi anche in quei campi che in passato erano considerati strettamente maschili mentre l’uomo non potrà mai avere la possibilità di mettere al mondo un figlio, questo è un punto a favore delle donne, un punto che può generare l’invidia nell’uomo.
Inoltre oggi il mondo è sempre più globale, bisogna interessarsi di moltissime cose contemporaneamente, per utilizzare termini moderni l’uomo deve essere sempre più “multitasking”, capace di aprire sempre nuove finestre e di collegarle con quelle aperte in precedenza; insomma, quello  che si chiede è una sempre maggiore flessibilità. Il problema è che da che mondo e mondo si è sempre saputo che sono proprio le donne quelle capaci di fare più cose contemporaneamente, e lo hanno imparato perché si sono dovute sempre  occupare tanto del lavoro quanto dei figli (e del marito)…..cosa che l’uomo non ha mai dovuto fare. In effetti oggi anche l’uomo si trova a dover ricoprire ruoli diversi, compreso quello di padre, che però comporta l’acquisizione di capacità di accoglienza, quindi più materne, o della capacità di perdere il controllo senza creare catastrofi, caratteristiche che l’uomo fa difficoltà a conciliare con il lavoro; in sintesi per l’uomo è più difficile riuscire a vivere più ruoli tenendoli separati tra loro, per esempio il lavoro e la famiglia, cosa che invece alle donne riesce meglio……..provocando l’invidia maschile.
Un altro motivo di invidia maschile pare essere la capacità seduttiva femminile, per esempio, come afferma Slepoj, il fatto che mediamente le donne debbano fare “meno fatica” per avere un rapporto sessuale, possono rimanere in passiva attesa dell’uomo che le corteggerà. Quella che qui traspare è quindi l’invidia verso la passività, una svolta davvero notevole se si pensa che la passività è stata sempre vista dall’uomo come un disvalore; non abbiamo più qui l’uomo per forza cacciatore ma un uomo che cerca anche di sedurre ( etimologicamente: condurre a sé) la donna, un uomo che ha scoperto il piacere di essere corteggiato.
Per concludere bisognerebbe parlare un po’ dell’invidia, un sentimento che in passato, anche dalla psicologia, era considerato assolutamente deleterio e distruttivo e che invece oggi è stato rivalutato. L’invidia infatti, se non è troppo forte ha la stessa funzione dello stress, può cioè essere una forza propulsiva. In questo caso una forza propulsiva per l’uomo che può aiutarlo a conoscere i propri “tratti femminili”, ossia quelle qualità che culturalmente sono sempre state prerogativa della donna ma che in realtà appartengono a qualunque essere umano indipendentemente dal suo sesso. Ovviamente questo non significa arrivare ad una “femminilizzazione” dell’uomo ma ad una struttura di personalità più armonica e completa che può aiutare nell’affrontare con maggiore flessibilità e maggior successo la vita di tutti i giorni; una flessibilità che può essere utile per stabilire delle relazioni significative con gli altri, in particolare il partner o i figli, ma anche con se stessi..........continua

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